
By Paolo Rossi
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14-16. P. Di VONA, Studi sull'ontologia di Spinoza - II. 34 CAPITOLO PRIMO sionem nihil aliud esse, quam ens cognosci sine differentiis: & hoc dicimus separar! per intellectum ens a differentiis ». L'ente potrà, dun que, essere concepito senza le differenze, sebbene queste non lo possano senza l'ente. Arriaga sostiene così che tra l'ente e le differenze sussiste lo stesso rapporto che c'è tra un termine univoco ed i suoi inferiori, come tra animai ed homo. Con Suarez ed Hurtado de Mendoza egli ammette, in conclusione, che si possa astrarre il concetto di ente dalie differenze.
Stabilita l'unità del concetto analogo di ente, Hurtado de Mendoza procede a dimostrare in che cosa consista questa analogia. Prima di tutto contesta che essa abbia il suo fondamento « in dependentia unius entis ab alio ». A suo giudizio, nel concetto dell'ente come tale non si scorge altro che la ratto habendi esse, e non già un'ineguaglianza, per cui sarebbe contratto prima dalla sostanza che dall'accidente, prima da Dio che dalla creatura: « non visis rebus, quae sunt priores, earum prioritas videri non potest ».
Tommaso ed al Gaetano. Del quale ultimo accoglie la concezione che l'analogia di propor zionalità propria è multo nobilior rispetto alla analogia di attribuzione. La Dialettica Complutense giungerà a concludere che solo un termine analogo per proporzionalità propria può essere medio nella dimostra zione, e non un termine analogo per attribuzione o per proporzionalità metaforica. Viene accettata come corretta la trattazione del Gaetano concernente le condizioni dell'analogia di attribuzione e dell'analogia di proporzionalità.